Giovanni Moioli la sera del 8 Ottobre 1910, accende migliaia di ceri inseriti in bicchieri ed appesi mediante delle catenelle di ferro (catenarie), su strutture in legno artisticamente lavorate, (aiutato in questo anche dagli studi di architettura frequentati al Moretto di Brescia) iniziando così la ormai secolare attività di illuminatori.
Purtroppo nel 1925 Giovanni muore di polmonite a 37 anni gli subentra il primo figlio Camillo che già lo aiutava nel lavoro anche se ha solo 15 anni. Oltre alle feste ricorrenti annualmente Giovanni ha installato luminarie in occasione straordinarie come esempio il primo congresso eucaristico della bergamasca a Grumello del monte nel 1915, la seconda incoronazione della madonna del miracolo a Desenzano in seguito del furto della prima corona, il 450° dell’apparizione della Madonna comunemente chiamata del lupo ad Albino nel 1921, il centenario della consacrazione della Chiesa a Comenduno nel 1912. Camillo insieme a personale che già lavorava con papà continua l’attività del padre, in questi anni non è un lavoro a tempo pieno le illuminazioni sono soprattutto straordinarie si lavorava in occasioni particolarmente solenni, comunque il lavoro principale è quello di falegname nel laboratorio di proprietà in cui lavorava anche il nonno materno, a beneficiarne era il materiale dell’illuminazione che era in legno e quindi costruito con maestria e unicità.
Anche se l’energia elettrica era già presente in paese fino alla fine del 1945 le illuminazioni venivano fatte sempre a ceri forse come tradizione forse perché non vi era la possibilità di utilizzarla in maniera sicura e continuativa e queste difficoltà si sono viste proprio quando finita la guerra si è iniziato a costruire materiale con lampade elettriche. Prima della guerra Camillo si è diplomato in elettrotecnica quindi di elettricità ci capiva e questo cambiamento non è stato così traumatico per noi, la sicurezza degli impianti era un lontano sogno i fili sulle montature di legno erano scoperti, le virole a vista quando pioveva le scintille erano folclore però i manufatti si sono alleggeriti il loro scopo adesso era quello di tenere le lampade non di abbellimento, le illuminazioni funzionavano tutte le sere, non il tempo di consumo di un cero.
Questi primi impianti montavano lampade E 27 10W il voltaggio 110V. durante la 2° guerra come del resto la 1° illuminazione non ne sono state fatte, ma finita la seconda in segno di ringraziamento, si è pensato di portare il simulacro della madonna in tutti i paesi della diocesi, era chiamata la Madonna Pellegrina, il lavoro in quell’ anno è stato immenso di notte si toglievano le luminarie e di giorno si montavano in un altro paese, vi erano molte persone che si alternavano giorno e notte. Verso la fine degli anni 50 si cambiò nuovamente sistema passando a lampade E14 5W 12V quindi in serie alcuni manufatti vecchi vennero riconvertiti ma l’esigenza era di avere telai più snelli nel trasporto e nel montaggio, quindi si cominciò a sostituire tutto il materiale, il numero delle illuminazione intanto continuava ad aumentare, con il calo del costo delle stesse, imputabile alla velocità di esecuzione che permetteva questo nuovo materiale.
Ricordare le ricorrenze religiose di particolare rilevanza in questi anni sarebbe impossibile, tra incoronazioni, centenari di apparizioni, anniversari di consacrazioni di chiese, nomine vescovili, congressi eucaristici sono tantissimi i paesi che hanno usufruito delle luminarie Moioli nelle loro ricorrenze.
Dal 2021 Andrea Moioli e David Volpi sono alla guida dell’azienda centenaria.